Franzini, Icones Statuarum antiquarum Urbis Romae
FRANZINI, Girolamo (Francini, Franzino). – Nacque a Brescia nel 1537. Ben presto si trasferì a Roma, dove è documentato dal 1570, e seguendo l’esempio di altri bresciani, anche loro occupati nelle professioni legate al libro, si dedicò all’attività editoriale. A Roma sposò Anna Gribbi, più giovane di lui di tredici anni, che gli sopravvisse. Dal matrimonio nacquero quattro figlie, Felicita, Plautilla, Francesca e Faustina, le ultime due morte in tenera età. Andò a vivere in una casa di sua proprietà in via del Pellegrino, nella parrocchia di S. Lorenzo in Damaso, dove si trovavano numerose botteghe di librai e tipografi.
Il F. fu l’iniziatore di un’importante attività editoriale, proseguita nel secolo successivo dagli eredi. La bottega era nella sua stessa casa ed egli fu soprattutto editore e libraio. Il nome del F. è attestato a Roma già nel 1570: il 3 gennaio di quell’anno fu padrino di battesimo del figlio di uno stampatore di nome Giovanni. Nel 1573, il 21 luglio, il suo nome era tra coloro che firmarono una convenzione con il Comune di Roma per la stampa e lo smercio dei libri editi dalla Stamperia del Popolo Romano.
La nuova società, che si sottoscriveva Apud Bibliopolas Socios, era composta, oltre che dal F., da Domenico Basa, Giorgio Ferrari, Brianza Brianzi, Marco Amadori, anche lui bresciano, Sebastiano De Franceschi e Antonio Lanza. La società si sciolse nel 1584, dopo numerose liti e incomprensioni non solo tra i librai e il Popolo Romano, ma anche tra Domenico Basa e gli altri componenti. Lo scioglimento della società non fu cosa facile e solo nel gennaio del 1584 decadde definitivamente l’accordo preso tra la Stamperia del Popolo Romano e la Compagnia dei Librai. Nell’ultimo anno di collaborazione vennero stampati il Decretum Gratiani, primo volume di un Corpus iuris canonici, e le Decretales di papa Gregorio IX. Il Corpus iuris canonici in cinque volumi veniva stampato nello stesso anno anche a Venezia e nelle note tipografiche si legge: “Apud Magnam societatem, una cum Georgio Ferrario et Hieronymo Franzino”. Collaborò a questa edizione il tipografo veneziano Giovanni Battista Porta.
L’attività del F. si svolse contemporaneamente a Venezia e a Roma. A Venezia sottoscrisse a partire dal 1582. Il suo nome compare insieme con quello di Giovanni Varisco nell’edizione del Rosario della Vergine Maria di Luis de Granada. La tipografia era di Giovanni Varisco che stampò a Venezia dal 1558 al 1590 e aveva come marca la sirena con due code tenute divaricate, che si attorcigliano sulle braccia. Per questo il F. all’inizio della sua attività è detto “libraro alla Serena”. Egli mantenne costanti rapporti con il Varisco. Infatti nel 1595 il figlio di Giovanni, Giorgio, si trasferì a Roma presso la casa e la bottega del F. e mutò, poi, l’insegna della Sirena con quella della Fontana.
Nelle sue edizioni sia veneziane sia romane appare come marca editoriale una fontana zampillante, con otto zampilli nella parte superiore e dodici nella parte inferiore. La sottoscrizione appare variabile: “ad Signum Fontis”, “all’insegna della Fonte”, “al segno della fonte” o “al segno della fontana”.
Il nome del F. è spesso affiancato a quello di altri tipografi. Così nel 1588 a Roma stampò con i fratelli Tito e Paolo Diani una raccolta di rime in onore di Sisto V dal titolo Delle glorie di Sisto Quinto, composte da Muzio Pansa. L’attività del F. si sviluppò sostanzialmente su due filoni: quello delle opere di carattere giuridico e religioso e quello delle opere dedicate a Roma e ai suoi monumenti. Al primo filone appartengono le edizioni stampate con la Compagnia dei librai, la già citata edizione di Luis de Granada, le edizioni del Manuale del Navarro, di Martin de Azpilcueta (1591 e 1594). Nel 1590 stampò a Venezia con Damiano Zenaro una raccolta in tre volumi di decisioni della Rota romana, Decisionum novissimarum diversorum sacri Palatii apostolici auditorum, e ancora nel 1595 a Roma la Praxis beneficiorum del francese Pierre Rebuffi, insieme al tipografo Guglielmo Facciotto. Più significativo l’altro aspetto della sua attività, ovvero la pubblicazione di opere riguardanti i monumenti e le antichità di Roma. Il F. iniziò a pubblicare opere di questo argomento a partire dal 1588, anno in cui Sisto V indisse uno dei quattro anni santi speciali e Roma fu quindi meta di numerosissimi pellegrini. Nel 1588 a Venezia uscirono sotto il nome del F. L’antichità di Roma del romano Andrea Fulvio, con annotazioni e aggiunte di Girolamo Ferrucci. L’opera è preceduta da una epistola dedicatoria del F. al nobile bolognese Gaspare dell’Armi. Sempre a Venezia venne pubblicata l’opera di Bartolomeo Marliano, Urbis Romae topographia, anche questa con le aggiunte di Girolamo Ferrucci relative all’attività urbanistica di Sisto V. Nello stesso anno (1588) a Venezia uscì l’edizione di Le cose maravigliose dell’alma città di Roma, illustrata dallo stesso F. e redatta dall’agostiniano Sante Selinori originario di Monte San Savino.
L’edizione comprende anche La antichità di Roma di Andrea Palladio. Le incisioni che arricchiscono queste edizioni non hanno un grande valore dal punto di vista artistico, ma sono interessanti, perché durante quasi centotrenta anni sono state costantemente adoperate per illustrare le guide di Roma.
Le cose maravigliose costituiscono la prima vera guida di Roma, il cui nucleo originale subì modifiche, cambiamenti e aggiunte nelle numerose edizioni che si susseguirono dalla metà del sec. XVI in poi. La prima edizione si ebbe a Venezia nel 1541 per i tipi di Guglielmo Da Fontaneto e a questa ne seguirono molte altre. Ma la fortuna editoriale di questa guida si ebbe con il giubileo del 1575. In quell’anno se ne contano ben quattro diverse edizioni. L’edizione veneziana del 1588 venne ristampata dal F. nel 1594 sempre a Venezia e nel 1595 a Roma insieme al tipografo Guglielmo Facciotto. Si ebbero anche edizioni in francese e spagnolo. Nel 1600 sarà Giovanni Antonio Franzini, fratello e erede di Girolamo a stampare un’altra edizione di Le cose maravigliose, curata dal romano Prospero Parisio. La prima raccolta completa delle silografie incise dal F. apparve nel 1596. Il volume, citato da Thomas Ashby, è composto di quattro parti: Antiquitates Romanae Urbis, Templa Deo et sanctis eius Romae dicata, Palatia procerum Romanae Urbis e Icones statuarum antiquarum Urbis Romae. Un’altra edizione di queste silografie si ebbe nel 1599 a Roma e nelle note tipografiche compare ancora il nome del F. (“Hieronymi Franzini bibliopolae ad Signum Fontis”) nonostante egli fosse già morto da alcuni anni.
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